Lei non capisce niente! Perché servirebbe un galateo nelle riunioni di condominio.

Ah, l’assemblea condominiale! Quel magico momento in cui persone normalmente civili si trasformano in gladiatori dell’atrio, pronti a difendere con foga il diritto alla fioriera sul pianerottolo o la santità del proprio posto auto.
C’è chi arriva con la cartellina dei documenti come se dovesse discutere il bilancio dello Stato e chi, invece, si presenta solo per dire: “Io non sono d’accordo!” (senza aver letto una riga del consuntivo).

Ecco perché, forse, servirebbe un galateo condominiale. Non un codice rigido da far rispettare col fischietto, ma un semplice manuale di buone maniere per sopravvivere alle assemblee senza bisogno di calmanti.

1. Ascoltare (davvero) prima di parlare

Sembra banale, ma è la regola numero uno che tutti dimenticano dopo i primi tre minuti. In assemblea si parla a turno, non sopra gli altri. L’art. 67 delle disposizioni attuative del Codice Civile stabilisce che il presidente modera la discussione. Ma, si sa, spesso il “presidente” finisce sommerso da un coro di voci più simile a un’assemblea sindacale anni ’70.
Il vero galateo direbbe: ascolta prima di rispondere, e se non hai capito, chiedi chiarimenti invece di lanciare accuse.

2. Niente interruzioni (neanche con “solo una precisazione”)

Ogni assemblea ha il suo “precisatore seriale”, quello che interviene ogni 30 secondi per correggere anche l’aria. È una piaga nazionale. Il galateo consiglia di aspettare il proprio turno e — udite udite — prendere appunti!
Il momento giusto per parlare arriva sempre, e nessuno ha mai perso un voto condominiale perché ha aspettato cinque minuti.

3. Lascia fuori le questioni personali

Il condominio non è un ring per regolare vecchi conti. Se il signor Rossi parcheggia male o la signora Bianchi ha un gatto rumoroso, se ne parlerà al punto “varie ed eventuali”, non durante la discussione sul preventivo del rifacimento facciate.
Un po’ di self control e la riunione finirà prima delle 23 (miracolo!).

4. Abbigliamento e atteggiamento: casual sì, ma non da stadio

Non serve la giacca e cravatta, ma nemmeno la maglietta “Keep calm and paga le spese”. L’assemblea è un incontro formale: si parla di soldi, lavori, responsabilità. Il tono deve restare civile.
Sorridere non costa nulla e può disinnescare più tensioni di una perizia tecnica.

5. Il voto non è un’arma

“Voto contro per principio!” è la frase che rovina più assemblee di quanto immaginiate. Il voto è un diritto, ma anche un dovere di responsabilità. Prima di alzare la mano, chiediamoci: sto votando per il bene comune o solo per dispetto?
Il galateo direbbe: usa il voto come un contributo, non come una vendetta.

6. Il presidente e l’amministratore non sono nemici

L’amministratore non è “quello che incassa i soldi”, ma chi rappresenta legalmente il condominio e garantisce che tutto funzioni. Il galateo suggerisce: trattalo come un alleato, non come il bersaglio di un tiro al piattello.
Un rapporto costruttivo con l’amministratore fa risparmiare tempo, soldi e — soprattutto — mal di fegato.

7. Il segreto finale: un sorriso e un arrivederci

Alla fine di ogni assemblea, anche se non si è d’accordo su nulla, salutare con un sorriso è segno di maturità (e di grande strategia: la prossima volta servirà il tuo voto!).
In fondo, il condominio è una piccola comunità, un microcosmo dove il buon senso è la chiave della convivenza.

Morale: se tutti seguissero un po’ di galateo condominiale, le assemblee durerebbero la metà, ci sarebbero meno urla e forse — dico forse — potremmo addirittura approvare un bilancio senza drammi.
E allora sì, potremmo dire: “Lei non capisce niente!” … ma con un bel sorriso. 😄

Alessio Treccarichi

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